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2 anni agoon
Sappiamo che la crisi climatica che stiamo vivendo avrà impatti sugli equilibri biologici e probabilmente sulla nostra vita di tutti i giorni. Forse però non abbiamo bene presente come e quanto impatto avranno questi effetti sul nostro pianeta e sulle nostre vite.
I cambiamenti climatici sono fenomeni non lineari, ovvero è difficile costruire dei modelli che simulino con certezza le conseguenze di determinati eventi. Ma è chiaro che lo sviluppo del cambiamento climatico sarà incrementale e potrà dare luogo ad effetti a catena irreversibili, i cosiddetti: Tipping Point climatici (o punti di non ritorno).
L’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) ha introdotto i Tipping Point vent’anni fa parlando di “soglie” o punti critici dei sistemi ambientali che, se superati, danno origine a cambiamenti ambientali rapidi, irreversibili e con conseguenze sul sistema climatico globale.
Il superamento dei Tipping point è sia causato, che causa del riscaldamento globale. Infatti, il raggiungimento di questi punti di non ritorno è dovuto all’aumento delle temperature in atmosfera che innesca questi processi auto-rinforzanti che provocheranno ulteriori emissioni di gas serra in atmosfera, ed ulteriore riscaldamento globale.
Questo porta ad una delle più spaventose scoperte scientifiche sul cambiamento climatico: il riscaldamento (e le sue conseguenze) potrebbero non avvenire linearmente, tramite un a crescita costante, ma in una serie di picchi derivati dal superamento dei Tipping Point. Non finisce qui perchè il superamento di un punto di non ritorno potrebbe inscenare un effetto a cascata provocando il raggiungimento degli altri, creando un cambiamento irreversibile nelle temperature globali.
I livelli precisi di riscaldamento climatico sufficienti ad innescare i punti di non ritorno sono ancora in corso di valutazione. Già dieci anni fa l’IPCC aveva definito una serie di tipping point ritenendo fosse necessario un aumento di +5°C della temperatura (rispetto ai livelli preindustriali) per innescare questi processi, ma le valutazione nell’ultimo report riportano numeri ben diversi.
Nuove monitorazioni hanno evidenziato che questi eventi potrebbero essere raggiunti con più facilità: anche solo raggiungendo i +2°C di aumento delle temperature. Addirittura, una ricerca pubblicata su Nature sostiene il raggiungimento (ma non il superamento) di ben nove tipping point.
I nove punti di non ritorno già attivi all’attuale +1,1°C di temperatura indicati dallo studio su Nature sono:
punti di non ritorno
YaleEnvironment360 in un articolo propone una categorizzazione dei punti di non ritorno in tre forme:
Ciascuno di questi eventi è strettamente correlato e il superamento di uno è molto plausibile che scateni anche gli altri. Come se non fosse già sufficiente, l’ultimo report IPCC ha evidenziato che, anche se riducessimo il livello di emissioni rispettando gli obiettivi di Parigi, alcuni meccanismi sono già innescati e la diminuzione non basterebbe per stoppare il superamento dei punti di non ritorno o a riportare la situazione a livelli pre superamento.
La più grande paura dei ricercatori è nel sistema di circolazione oceanico, che detta il clima mondiale muovendo il calore attraverso le correnti. Dall’altro lato, questo pericoloso risvolto fa parte dei fenomeni “lenti”, ovvero l’indebolimento delle correnti oceaniche, dell’AMOC (Atlantic Meridional Overturning Circulation) nello specifico, continuerà a indebolirsi nei decenni, ma ha un’alta probabilità di recuperare i livelli precedenti nel corso dei secoli.
Non si può dire lo stesso per le calotte glaciali di Groenlandia e Antartide, per cui ci sono prove della loro completa scomparsa irreversibile con livelli di riscaldamento sostenuti tra i 2°C e i 3°C.
Stiamo parlando però di fenomeni strettamente collegati: il rapido scioglimento delle calotte glaciali porta ad un ulteriore rallentamento dell’AMOC che (già indebolità del 15% circa) potrebbe destabilizzare i monsoni in Africa, innescare la siccità nella regione africana del Sahel, prosciugare l’Amazzonia, interrompere il monsone dell’Asia orientale e causare un accumulo di calore nell’Oceano Antartico, che a sua volta, potrebbe accelerare la perdita di ghiaccio antartico.
Questi collegamenti ed effetti a catena tra un tipping point e l’altro sono stati rilevati nel 45% dei casi.
punti di non ritorno
1.Il livello dei mari salirà di mezzo metro sommergendo le coste di tutto il globo, portando a:
2. 143 milioni di persone destinate a diventare migranti climatici a causa di eventi estremi e innalzamento degli oceani con rischi geopolitici e un aumento dei conflitti armati del 40%.
3. Aumento notevole di ondate di calore con conseguenze sulla salute globale e l’innesco di un circolo vizioso di utilizzo di tecnologie ed elettricità per il raffrescamento (con ulteriore aumento delle emissioni).
4. 400 milioni persone affronteranno carenze idriche, con conseguenze igieniche, per l’industria e l’agricoltura, tra le tante.
5. Metà di tutte le specie animali e il 60% delle specie vegetali rischieranno l’estinzione, con profondi modificazioni dei microambienti e della biosfera terrestre.
6. Diminuzione della produzione di cibo e della reperibilità di prodotti pescati e pesci a causa del riscaldamento oceanico e della perdita delle barriere coralline.
7. Perdita del PIL del 13% a livello globale.
8. Sensibile aumento della mortalità umana.
Ecco alcune delle principale conseguenze del superamento dei punti di non ritorno già attivi a causa di un riscaldamento globale di +2°C.