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1 anno agoon
Il termine sostenibilità ormai fa parte del nostro lessico quotidiano e sono sempre di più le aziende che ne percepiscono non solo l’importanza ma anche i vantaggi.
Resta però da vedere se questa nuova consapevolezza legata alla crisi climatica si stia traducendo in azioni reali che possano aiutare la riduzione concreta delle emissioni e non solo ad un insieme di azioni minori che permettono di ricoprire le aziende della patina verde greenwashing e riempire l’orgoglio delle PMI italiane.
Chiaramente la spinta dal basso dei cittadini e consumatori sempre più esigenti ha portato già ad enormi cambiamenti nel panorama delle aziende in Italia, ma di quanto si è alzata l’asticella della sostenibilità aziendale?
Analizziamo insieme i risultati dell’indagine svolta da Capterra – comparatore di software che aiuta le PMI a raggiungere degli obiettivi – che ha visto partecipi 461 manager, proprietari e direttori di PMI italiane.
Prima di analizzare questi risultati è importante tenere a mente che si tratta di un campione decisamente piccolo e poco rappresentativo del tessuto imprenditoriale italiano che conta circa 158.000 PMI. L’analisi di questi dati resta comunque interessante per capire come le piccole e medie imprese ritengono più giusto approcciarsi alla sostenibilità oggi.
Partiamo dal primo dato: il 77% delle PMI intervistate hanno applicato misure di sostenibilità ambientale nell’azienda, sia con che senza incentivi economici statali. Il dato interessante qui non è tanto questo 77%, preso comunque da un campione di aziende già indirizzate all’adozione di queste misure, ma il fatto che queste siano state adottate in seguito a proposte di dipendenti nel 51% dei casi!
Insomma, le imprese sono composte da persone, non sono più grandi entità inamovibili. Rendersi utili e cominciare a chiedersi quale può essere il proprio contributo nel miglioramento progressivo della vita d’impresa può essere un buon inizio.
La sostenibilità non è intesa esclusivamente come ambientale, l’analisi ha anche rilevato i dati delle PMI che hanno messo in moto misure a livello di sostenibilità sociale (64% degli intervistati) e sostenibilità economica (39% degli intervistati).
Per ciascuna “tipologia” di sostenibilità presa in considerazione sono state indicate delle azioni intraprese dalle imprese:
Quando però andiamo ad analizzare quali sono le azioni più praticate si può subito notare come la prevalenza sia verso azioni (sempre molto importanti) con un impatto ambientale relativamente basso come quello del riciclo (69%) o del minor utilizzo di plastica (65%).
Dall’indagine sono quindi molte le aziende che hanno scelto di investire in azioni sostenibili e addirittura il 49% senza l’utilizzo di incentivi o aiuti economici. Gli investimenti restano comunque contenuti, tra il 2 e il 10% degli investimenti dedicati alla sostenibilità, con addirittura un 17% delle imprese che superano il 10%.
Non ci siamo ancora ma forse la via impostata porterà sulla giusta strada. Crescono sempre più, infatti, i buoni propositi dal punto di vista energetico. Gli investimenti previsti nei 18 mesi successivi all’indagine (luglio 2021) segnalano una forte volontà di azioni per la riduzione dell’impronta energetica (51%), riduzione del consumo di acqua (33%) e energie rinnovabili (33%).
Un altro elemento che salta all’occhio, anche se sul fondo del grafico, è la volontà di instaurare rapporti con aziende sostenibili, facendo sperare che si crei un effetto a catena che traini le PMI italiane sempre più verso azioni a responsabilità ambientale.
Le due principali azioni che spingono le aziende a diventare più sostenibili sono:
Cercare di rendere la propria azienda più sostenibile, dal punto di vista ambientale, sociale ed economico ha sia i suoi vantaggi che svantaggi.
Il vantaggio principale è, come già accennato, la riduzione dei costi ma, come visto anche in precedenza, un maggior ascolto e supporto può influenzare tutti gli stakeholder aziendali: dai dipendenti ai fornitori.
Quasi in contrapposizione con quanto detto in precedenza, lo svantaggio più sentito sono proprio i costi. Questo è dovuto al fatto che adottare pratiche o tecnologie più sostenibili comporta si un risparmio nel medio-lungo termine, ma anche dei costi iniziali non irrisori. I costi elevati si nascondono anche all’interno delle altre criticità presentate, vista la difficoltà nell’adeguamento, misurazione di KPI e modifiche di business model.
Un dato altrettanto interessante è però il 15% che riporta “Nessuno svantaggio”.
I risultati sono quasi incoraggianti, ma per nulla vicini al cambio di mentalità necessario e richiesto alle aziende per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni. Ma soprattutto, la visione di sostenibilità in azienda è forse ancora poco matura e limitata alla “scelta più semplice”.
Verdetto: servono approcci più aggressive che vedano la sostenibilità come il core del business dell’azienda e non come un’azione supplementare per ridurre i costi e far felici gli stakeholder.