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2 anni agoon
Servono sempre nuove idee e nuovi progetti per portare un cambiamento. Un modo per spingere le imprese a rinnovarsi (e guadagnarci) è attraverso l’economia circolare. Dobbiamo quindi puntare ad un modello di produzione e consumo che non abbia più il rifiuto alla fine del suo percorso, bensì che punti a principi come la condivisione il prestito, la riparazione, il ricondizionamento e in fine il riciclo. In questo modo sarà possibile generare valore per tutti limitando lo speco di materie prime e riducendo la pressione sull’ambiente. Da dove è meglio partire se non proprio dalle nostre idee?
Ecco alcune startup green italiane che hanno fatto dell’economia circolare la loro filosofia.
Orange Fiber ha brevettato e produce tessuti sostenibili dagli agrumi. È il primo brand al mondo ad aver creato un tessuto da scarti di agrumi e può essere stampato e colorato come i tessuti tradizionali.
Insomma, sostenibilità e innovazione unite alla qualità tessile del Made in Italy.
Il tessuto è prodotto a partire dal “pastazzo d’agrumi”, ovvero il residuo umido della produzione di succo industriale, di cui, solo in Italia, se ne producono circa 1 milione di tonnellate l’anno. Un componente che fino ad ora poteva solo essere gettato come rifiuto oggi viene raccolto e trasformato in tessuto d’alta qualità.
Un altro esempio di eccellenza italiana è Rifò, startup che parte dalla volontà di creare una linea di abbigliamento e di accessori di qualità con fibre 100% rigenerate e rigenerabili. Prodotta interamente a Prato e dintorni, uno degli obiettivi del brand è far rivivere le tradizioni artigianali, riuscendo allo stesso tempo a creare un’alternativa sostenibile al fast fashion, su piccola scala.
Attraverso la raccolta di vecchi abiti, in lana, cashmere e jeans, puntano alla rigenerazione dei vecchi indumenti per produrre un nuovo filato con cui creare le loro linee.
Grycle è una startup dalle enormi ambizioni. Ecco alcuni dei loro obiettivi:
Grycle è una macchina che trasforma rifiuti indifferenziati in granuli di materia prima, separati automaticamente e pronti al riuso, riducendo il volume dei rifiuti del 90%. Grazie al suo modulo d’intelligenza artificiale, che impara progressivamente a riconoscere nuovi materiali, non sarà più necessario fare la raccolta differenziata manualmente.
Un’altra startup che cerca di ridare valore agli scarti, in questo caso aziendali, è Sfridoo.
Sfridoo parte da una problematica ingombrante: l’aumento del 40% del costo di smaltimento dei rifiuti per le aziende. Trasforma un problema in valore, facendo guadagnare le aziende dagli scarti invece che facendoglieli pagare. Insomma, un’idea davvero vincente che cerca di compiere un passo verso l’economia circolare raccogliendo scarti e avanzi di magazzino per generare un nuovo mercato, quello della materia seconda.
Planeta Renewables è una startup di giovani presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore che ha trovato le sue basi nelle coltivazioni energetiche. Si tratta di un sistema di produzione di energia rinnovabile a filiera corta (in ottica micro-grid). Ovvero produrre energia in cogenerazione (rinnovabile, elettrica e termica) grazie ad una biomassa (miscanto) coltivata nelle vicinanze.
Ener2Crowd è la prima piattaforma italiana per investire nella sostenibilità. Si tratta di una piattaforma di lending crowdfunding che permette a ciascuno di noi di investire e finanziare progetti di sostenibilità ambientale, efficienza energetica ed energia rinnovabile. Un modo intelligente per spronare il sistema produttivo verso una transizione green riuscendo anche a portare un guadagno a chi decide di sostenere questi progetti controllati.
Bettery è una startup innovative il cui obiettivo è quello di cambiare la visione dello stoccaggio e distribuzione dell’energia. Lo stoccaggio di energia elettrica è uno dei limiti al pieno sviluppo delle energie rinnovabili nel mondo. Quello che Bettery punta a fare è portare nel mercato delle batterie a liquido verde, sicure, economiche e con minori tempi di ricarica. Infatti, uno dei metodi di ricarica della batteria è la sostituzione del liquido al suo interno, in un tempo simile al rifornimento di benzina.
3Bee è nata con l’idea di rendere sostenibile il business del miele, non solo per gli apicoltori e per le api, ma anche per l’intero ecosistema. Grazie a 3Bee è possibile adottare un alveare, controllarne lo stato a distanza e riceverne il miele direttamente a casa. Allo stesso tempo permette agli apicoltori di monitorare lo stato di salute delle api con il supporto tecnologico e innovativo.
Bella Dentro è una startup per ridurre gli sprechi nella filiera alimentare. Nasce da un dato davvero sconcertante: 1/3 della frutta e verdura prodotta viene scartata perché non corrisponde agli standard dell’industria alimentare, o come preferiscono definirla loro, perché è bella dentro. Grazie a questa idea i primi a trarne benefici sono ovviamente i coltivatori, ma anche i consumatori che possono acquistare questi prodotti freschi o trasformati a prezzi inferiori rispetto alla media, potendo sempre contare sulla qualità del prodotto e della materia prima.
Questi sono solo alcuni esempi di idee italiane che si sono e si stanno sviluppando. Sono idee molto diverse ma hanno tutte in comune lo stesso cuore: la voglia di aiutare a costruire un futuro migliore.