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Climate Change

5 modi per aiutare lo sviluppo dell’eolico in Europa

Gaia Simonetti

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sviluppo eolico

L’eolico, offshore o onshore, è una tecnologia ancora troppo poco implementata sia in Italia che in Europa. Le cause sono molteplici ma si tratta di una tecnologia che dovrà vedere un forte boom di implementazione se vogliamo raggiungere gli obiettivi 2050.

Sono già molti gli studi e rapporti pubblicati in merito e tutti concordano su un’affermazione molto semplice: l’eolico può dare un enorme contributo per il raggiungimento degli obiettivi carbon neutral del Green New Deal.

Getting fit for 55 set for 2050

L’ultimo report del ETIPWind – European Technology and Innovation Platform on Wind e WindEurope – chiamato “Getting fit for 55 set for 2050” afferma addirittura che la percentuale di energia elettrica che l’eolico può generare entro il 2050 può arrivare a coprire addirittura il 50% del fabbisogno totale europeo.

Il risultato sarà raggiunto anche grazie alle tecnologie integrate all’eolico offshore per la produzione di idrogeno verde, fondamentale per i settori “hard to abate”.

Insomma, questa tecnologia dalle gigantesche opportunità potrebbe, in poco tempo, aiutare l’Europa a raggiungere un certo livello di autonomia energetica e raggiungere gli obiettivi prefissati.

C’è solo un problema: siamo ancora troppo indietro nell’implementazione di parchi eolici.

Lo studio, infatti, fa un bilancio dei parchi eolici ad oggi attivi in Europa, contando una produzione energetica di 165 GW dagli impianti a terra (onshore) e 15 GW da parchi in mare (offshore). I numeri necessari per raggiungere il 50% dell’energia prodotta da fonti eoliche sono dieci volte più grandi. Saranno infatti necessari 1.000 GW di impianti onshore e 300 GW di parchi offshore.

 

sviluppo eolico

 

5 modi per aiutare lo sviluppo dell’eolico

Il report riconosce il problema e cerca anche di dare delle soluzione per sboccare questo enorme potenziale. In che modo? Finanziando e investendo i 5 trend che possono portare il settore in pieno sviluppo:

  1. Realizzare parche eolico offshore molto grandi con potenza superiore a 15 MW e ottimizzare le connessioni con le reti nazionali dei paesi.
  2. Investire nell’eolico su piattaforme galleggianti per sfruttare le aree con acque profonde.
  3. Repowering degli impianti onshore: potenziare gli impianti già esistenti per ridurre i costi e rendere più efficiente il terreno sfruttato.
  4. Implementare tecnologie che minimizzino l’impatto dell’eolico sulla natura.
  5. Realizzare gli impianti con materiali riciclati o riciclabili per rendere la tecnologia più circolare.

Non si tratta di obiettivi irraggiungibili, anzi, la maggior parte delle tecnologie che permetterebbe la spinta di questi mega trend già esiste. Manca però una maggiore presenza degli Stati e dell’Europa per velocizzarne e incentivarne lo sviluppo.

Lo sviluppo dell’idrogeno verde

Il report tiene in considerazione ancora uno scenario, quello dell’idrogeno. Grazie alla sinergia con l’eolico offshore e la presenza di elettrolizzatori, la produzione di idrogeno verde può davvero fare la differenza nell’elettrificare i settori “hard to abate”, per le industrie e trasporti pensanti.

In questo modo l’elettricità prodotta da questi impianti potrà soddisfare il 75% della domanda energetica europea entro il 2050.

Riduzione dei costi dell’eolico

Come già affermato da diversi studi, il costo dell’eolico diminuirà diventando sempre più competitivo. Si stima infatti che il costo per produrre elettricità da parchi eolici onshore in Europa scenderà dal 28 al 45%, arrivando a 33 euro per MWh entro il 2030 e 25 euro per MWh nel 2050 ed a una riduzione dal 44 al 65% dei costi anche per l’eolico offshore entro il 2030.

 

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